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mercoledì 14 gennaio 2015

INCIDENTE ITREC, L'EUROPA RASSICURA SUI FATTI DEL 2014

SCORIE RADIOATTIVE. LA COMMISSIONE RISPONDE IN MANIERA PRUDENTE ALL'INTERROGAZIONE PRESENTATA DA PIERNICOLA PEDICINI DEL M5S



LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 14.1.15

La Commissione europea ha risposto ad un’interrogazione del portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini sull’incidente verificatosi il 21 agosto 2014 all’Itrec di Rotondella. “La Commissione – ha spiegato l'esponente pentastellato – ha dato una risposta estremamente prudente e rassicurante suddivisa in tre punti: 1) alla Commissione non sono pervenute informazioni su elementi radioattivi che sarebbero presenti nel deposito sotterraneo di stoccaggio dell’Itrec. Tuttavia l’Italia non ha obbligo di comunicare tali informazioni ma è tenuta a comunicare, ogni anno, i dati sui livelli di radioattività nell’aria, nell’acqua e nel suolo. La contaminazione accidentale deve essere, però, comunicata tramite il sistema di emergenza quando sono adottate misure per proteggere la popolazione. Per il caso in esame, tutte le informazioni rese pubbliche dalle autorità italiane inducono a concludere che non vi sia stato alcun impatto radioattivo su lavoratori, popolazione e ambiente; 2) Dalle informazioni disponibili si desume che Sogin, la società incaricata della disattivazione del sito, abbia reagito in tempi rapidi per contenere e risolvere il problema e abbia tenuto informate le autorità competenti; 3) La disposizione della direttiva europea 96/29 relativa all’obbligo di mettere a punto piani di emergenza è stata recepita dall’Italia. Tale obbligo è stato ampliato dalla direttiva 2013 / 59, il cui recepimento deve avvenire entro il 6 febbraio 2018”. Pedicini aveva rivolto la sua interrogazione “sulla fuoriuscita di liquido dal monolite in cemento armato contenente rifiuti radioattivi che fu realizzato nei primi anni '70 nel sito nucleare del comune lucano. Il monolite si trova interrato a sei metri di profondità”. L'eurodeputato era intervenuto dopo aver appreso “che a seguito dell’autodenuncia della Sogin, dell’Ispra e dell’Arpab, era stato confermato che nel liquido fuoriuscito era stata riscontrata una concentrazione di cesio 137, nonché un valore di radioattività, tre volte superiore a quello medio registrato in Italia settentrionale dopo l’incidente di Chernobyl del 1986”.

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