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martedì 6 gennaio 2015

“NO A SITI RADIOATTIVI, ABBIAMO GIA' DATO”. IL PRESIDENTE PITTELLA SULLE POLEMICHE PER IL DEPOSITO UNICO

SCORIE NUCLEARI. LA BASILICATA NON CI STA



LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 6.1.14

Grazie, no. Abbiamo già dato all'Italia il nostro petrolio. Nessun sito della Basilicata, perciò, sarà concedibile per il deposito delle scorie radioattive. Nè ci sarà alcuna nostra autocandidatura”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Marcello Pittella, dopo il rinfocolarsi delle polemiche sulla scelta dell'area dove sarà realizzato il deposito unico dove stoccare le scorie nucleari del Belpaese con annesso parco tecnologico. Polemiche scoppiate non solo in Basilicata ma anche in altre regioni, segnatamente la Sardegna, dopo che la Sogin, la spa interamente pubblica incaricata dal Governo di progettare e realizzare le due strutture, ha consegnato, il 2 gennaio scorso, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) all'Ispra, l'Istituto nazionale deputato ai controlli in materia di nucleare ed ambiente. Entro due mesi Ispra dovrà consegnare la Cnapi, corredata dai suoi pareri, al ministero dello Sviluppo economico per percorrere la road map disegnata per la scelta del sito. Ed a proposito, il “governatore” ha ribadito: “Siamo stati contro nel 2003 alla scelta di Scanzano Jonico, ed io sono stato in prima fila in quella battaglia, e lo saremo anche nel 2015. Anzi, apprendo con favore dalla Gazzetta che Scanzano è fuori dalla “Carta”. In cui, però, potrebbero esserci altri siti lucani. Ma io non ho notizie ufficiali in merito. Mi attiverà subito con Sogin, Ispra, e Governo, per avere dati inoppugnabili. La Basilicata, tuttavia, ripeto, vuole essere tenuta interamente fuori da questa scelta. Nè ci saranno nostre autocandidature”. Insomma, “No” netto a priori come richiesto dagli ambientalisti lucani. Pittella, altresì, non si è sottratto neanche da una riflessione sulle accuse di alcuni esponenti No triv per i quali “l'ammuina” sollevata sulle scorie nucleari non è altro che il tentativo di far dimenticare il proliferare delle trivelle. “La nostra posizione sulla questione è chiara: nessuna nuova concessione fuori dagli accordi del 1998 con l'Eni e del 2006 con la Total. E no a trivellare i nostri mari. Di più. L'interesse delle compagnie per l'oro nero sta scemando. La stessa Total rinvierà di almeno un anno i suoi interventi a Corleto Perticara”. Nessuna interferenza, infine, con le proteste anti Tempa rossa di Taranto “pur se i tecnici hanno asserito che la realizzazione dei depositi previsti nel progetto porterebbe ad una riduzione dell'inquinamento nella città pugliese”. 
 



VELENI. SECONDO UNA FONTE ISTITUZIONALE IL COMUNE JONICO NON RIENTRA NELLE AREE POTENZIALMENTE IDONEE

CIMITERO ATOMICO, SCANZANO E' FUORI

MA NELLA “MAPPA” SOGIN DEL 2010 FIGURAVANO ALTRI SEI CENTRI LUCANI

Il cimitero atomico e la Basilicata. Qual'è il punto? Scanzano Jonico, già individuato nel 2003 come deposito delle scorie nucleari d'Italia, è fuori dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il nuovo deposito consegnata dalla Sogin spa all'Ispra. Questo, almeno, è quanto ha dichiarato alla Gazzetta di ieri una fonte istituzionale che ha voluto mantenere l'anonimato. La Cnapi, infatti, è top secret. E Scanzano sarebbe fuori anche dal deposito geologico dove andranno stoccate le scorie di terza categoria “poiché l'Italia – per la stessa fonte – sta lavorando con i partner dell'Ue ad un sito unico in un Paese europeo che non è il nostro”. Dichiarazioni che hanno tacitato il sindaco della città jonica, Salvatore Iacobellis (Pd), e gli antinucleari “reduci” dalla battaglia vinta nel 2003 contro il Governo Berlusconi che aveva decretato di interrare rifiuti radioattivi del Belpaese nel salgemma di Terzo Cavone. Ma la stessa Gazzetta il 24 settembre 2010 pubblicò i nomi di sei comuni lucani, Matera, Montescaglioso, e Montalbano Jonico, in provincia di Matera, più Banzi, Palazzo San Gervasio, e Genzano di Lucania, in provincia di Potenza, con una parte del territorio idonea per la realizzazione del deposito. E ciò secondo una fonte a conoscenza della mappa Sogin di allora. Sarà cambiato qualcosa oggi? 

 



DENUNCIA. IL DEPUTATO SALENTINO DIEGO DE LORENZIS (M5S) HA PRESENTATO UN'INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'AMBIENTE GALLETTI

TEMPA ROSSA”, A TARANTO CRESCONO I DUBBI

SI TRATTA DEL TERMINAL DI ENI DOVE IL PETROLIO ESTRATTO A CORLETO SARà STOCCATO PER LA SPEDIZIONE VIA NAVE

Crescono a Taranto i dubbi sul progetto Tempa rossa. Si tratta del terminal di stoccaggio della raffineria Eni dove il petrolio estratto e già trattato a Corleto Perticara sarà stoccato per la spedizione via mare. Il deputato salentino Diego De Lorenzis (M5S), infatti, ha presentato un'interrogazione al ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti. “A Taranto – ha sostenuto De Lorenzis - si sono già verificati tornado e trombe d’aria nel 2012. Cosa potrebbe succedere se questi si abbattessero sui serbatoi della raffineria di Taranto? Il Comitato Legamjonici nelle sue osservazioni ha fatto riferimento a queste situazioni ed ai rischi di incidente rilevante che potrebbero verificarsi in seguito a forti eventi metereologici. Infatti, non è garantita la resistenza degli impianti ad una potenza del vento superiore ai 97,2 km/h. Basta pensare che una tromba d’aria di grado F2 è pari alla potenza di 180/250 km/h. Dobbiamo aspettare che sia il “destino avverso” a determinare un incidente rilevante o la politica può impedire che queste disgrazie possano accadere? Renzi ed Emiliano cosa dicono? Continuare a far finta di nulla, aumentando i serbatoi di idrocarburi sul territorio rappresenta una incoscienza, un rischio preso sulla pelle dei tarantini”. Nella sua interrogazione il deputato pentastellato ha chiesto al ministro Galletti se sia a conoscenza dei fatti esposti e se possa riferire in che fase si trova la stesura del Rapporto definitivo di sicurezza sul progetto Tempa rossa. Inoltre, i 5 stelle hanno chiesto anche di sapere quali siano i tempi utili e definiti per legge per la presentazione agli organi competenti dello stesso rapporto, affinché si possa avviare la costruzione degli impianti e l’esercizio dell’attività.

1 commento:

  1. credo sia proprio così. il sito non ne ha le caratteristiche.
    Del resto è inutile fare il tiro della corda, basta vigilare e vedere. La materia è in profonda evoluzione e la discussione sembra molto trasparente, questa volta.
    Pio

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