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giovedì 12 febbraio 2015

LA BATTAGLIA DEI DIALIZZATI PER QUEI MISERI 230 EURO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 12.2.15


“Le Regioni – ha detto il premier Matteo Renzi – hanno qualcosa da farsi perdonare dagli italiani”. Regione Basilicata compresa, aggiungiamo noi. E non parliamo di chi oggi siede su quei sempre ambitissimi seggi. O, almeno, non solo. Parliamo dell'istituzione in sè. Può una Regione che ha molti suoi ex ed attuali membri indagati per “rimborsopoli” varie tagliare a persone (PERSONE, leggete bene!) che prendevano un contributo di 230 euro al mese? Contributo, oltretutto, in ritardo dal lontano giugno 2013. Salvo per i residenti in qualche Comune che ha anticipato i fondi necessari al posto del massimo ente territoriale locale. Hanno ragione da vendere, dunque, e lo scriviamo senza mezzi termini, i pazienti nefropatici, ematologici, trapiantati, di Basilicata nel condurre avanti una battaglia che loro stessi hanno definito “disperata”. “Quello che ci hanno fatto – hanno detto - è una offesa alla nostra dignità di persone”. E' questa offesa ricevuta da chi è eletto dal popolo e che dovrebbe amministrate in favore del popolo, soprattutto di quello che soffre e che ha bisogno anche di 230 euro al mese per tirare a campare, a spingere i dializzati lucani a gesti estremi come quello dello sciopero della dialisi. Uno sciopero che non si deve fare. Tocca alla “casta” rimediare.


IL PRESIDENTE PITTELLA

“TROVEREMO UNA SOLUZIONE”

“Rivedremo il regolamento per venire incontro alla platea dei beneficiari, purtroppo più ampia che in passato”. Lo ha scritto ha sulla sua pagina facebook, alle 18 di ieri, il presidente della Regione, Marcello Pittella. Che ha continuato così: “Non mi lasciano indifferente, da uomo e da medico, le parole del segretario regionale dell’Aned (Donato Andrisani, ndr) e le proteste di molti ammalati avviate in alcuni ospedali della regione. Purtroppo non ci sono leggi finanziarie perfette, e le imperfezioni sono tanto più evidenti quanto più la coperta si fa corta. Ma è indubbio che il problema va risolto. Ho interessato i miei uffici e chiesto di fornirmi una risposta nei prossimi giorni. Da parte mia c’è il massimo impegno affinché per i tanti talassemici, dializzati e trapiantati, già provati da sofferenze e difficoltà, possa ristabilirsi un clima di serenità e fiducia reciproca”.


NEFROLOGO. LA PROTESTA
 
SCONSIGLIAMO DI SALTARE ANCHE UN SOLO TURNO DI DIALISI”

Oggi, all'ospedale di Tinchi di Pisticci, i pazienti dializzati del primo turno, come annunciato dall'Aned (Associazione nazionale emodializzati – dialisi e trapianto), salteranno la dialisi per protesta contro i tagli nei loro confronti decisi dalla Legge finanziaria 2015 della Regione. Una protesta violenta. Felice Iannuzziello, nefrologo, è il responsabile del reparto dell'ospedale pisticcese: “Sconsigliamo di non effettuare la dialisi nei giorni raccomandati. Le conseguenze possono dipendere da paziente a paziente. Si tratta di problemi individuali. Ma i turni vanno rispettati. Ovviamente, noi saremo vicini ai dializzati per ogni evenienza. Sconsigliamo, però, di mettere in atto forme di proteste simili”. Cosa accadrà stamane? Molti gli appelli a non saltare il turno di dialisi. Tra i tanti è arrivato anche quello dello stesso presidente dell'Aned regionale, Donato Andrisani: “Chiedo ai dializzati di Tinchi di non saltare il turno e di effettuare, come ieri a Matera, il rinvio di un'ora dell'inizio del trattamento”. Un'assemblea che si svolgerà prima dell'inizio del turno deciderà il da farsi. Ma gli animi sono alquanto surriscaldati. Comandano rabbia e disperazione. 

 
PISTICCI. ANDRIANI (ANED): “VOGLIAMO UN TAVOLO CON PITTELLA E FRANCONI PER DISCUTERE SUI TAGLI”

A TINCHI I PAZIENTI RINVIANO DI UN'ORA LA LORO TERAPIA

La protesta dei dializzati del Materano contro i tagli decisi dall'articolo 21 della Finanziaria regionale 2015 ai loro contributi mensili, in ritardo, oltretutto, dal giugno 2013, oggi entrerà nel vivo. C'è allarme all'ospedale di Tinchi dove i pazienti, tramite l'Aned (Associazione nazionale emodializzati – dialisi e trapianto), hanno annunciato una forma di protesta estrema: il rifiuto di collegarsi alla macchina salvavita. Una protesta più forte di quella messa in atto ieri a Matera, al Madonna delle Grazie, dove i dializzati del turno mattutino hanno rinviato di un'ora il trattamento. In provincia sono160 i pazienti in dialisi. Si tratta di malati fragili. C'è preoccupazione per una protesta che potrebbe continuare. “E continuerà – ha detto Donato Andrisani, presidente regionale dell'Aned, nefrotrapiantato da 20 anni – se non otterremo un tavolo di confronto con il presidente della Regione, Marcello Pittella, e l'assessore alla sanità, Flava Franconi. Sinora non ho sentito la loro voce. Sono stato convocato, invece, oggi, a Potenza, dalla quarta commissione, quella che si occupa di politica sociale, presieduta da Luigi Bradascio. Speriamo si muova qualcosa”. Insomma, agli aderenti all'Aned non sono andati giù tagli che ridurranno di moltissimo la platea dei beneficiari. “Io - ha spiegato il nostro interlocutore - da 233 euro prenderò zero. Ma sono d'accordo a non prendere nulla pur di salvaguardare le fasce di reddito basse. C'è stata una mia associata che mi ha confidato di non saper più come fare senza quel contributo. E' meglio che si prendano anche la mia vita, mi ha detto piangendo. Siamo alla disperazione. Continuerò a lottare per persone come lei. Non si può tagliare a chi un giorno si ed uno no, per 4 ore, in ospedale, deve legarsi ad una macchina per vivere”. Ma quali sono i termini dell'art. 21? “Dal 1 gennaio 2015 la misura del contributo sarà legata a quattro scaglioni di reddito familiare lordo: 1) 240 euro mensili per redditi inferiori a 5.000 euro; 2) 180 per redditi fra 5.001 e 10.000; 3) 120 per redditi fra 10.001 e 14.000; 4) 60 euro mensili per redditi compresi fra 14.000,01 e 20.000 euro”. E qui il dirigente Aned ha fatto una rivelazione: “Siamo disponibili a tagliare i contributi ai redditi alti a favore di quelli bassi. C'era già una intesa in tal senso con gli uffici regionali sulla base dell'Isee. Ma i livelli così iniqui dell'art. 21 sono una offesa alla dignità di chi soffre”. Senza contare i ritardi dei versamenti precedenti: “ I dializzati della Basilicata – ha concluso Andrisani - non prendono un euro dal giugno 2013”.


L'ACCUSA. ATTILIO FARINA, EX ASSESSORE DEL COMUNE DI SCANZANO, NEFROTRAPIANTATO, VA GIU' DURO CONTRO LA REGIONE

“RINUNCERò AI 60 EURO CHE MI SPETTEREBBERO CON LA NUOVA LEGGE. SE LI DIVIDESSERO QUANTI PRENDONO INDENNIZZI, STIPENDI, PREBENDE, RIMBORSI SPESI DA MIGLIAIA DI EURO AL MESE”

Ci hanno offeso nella nostra dignità di persone più che di pazienti. Rinuncerò ai 60 euro al mese che mi spettano secondo la nuova Legge finanziaria. Se li dividessero coloro che prendono stipendi, indennizzi, prebende, rimborsi spese, da migliaia di euro al mese”. Lo ha detto, con rabbia, Attilio Farina, trapiantato di rene da 6 anni, già assessore municipale a Scanzano Jonico. “Oggi, a Tinchi, in assemblea, proporrò che tutti dobbiamo rinunciare alla miseria stabilita dall'articolo 21 della legge di stabilità per rimpinguare gli stipendi di una classe politica nazionale e regionale capace di saper tagliare a chi soffre ma non a chi gode di vitalizi e pensioni d'oro”. Insomma, da fastidio a persone come il nostro interlocutore che si tagli a lui, che prendeva 230 euro circa al mese, con pagamenti in ritardo dal giugno 2013, e non a chi ha dato buona prova di se nel raccogliere scontrini per terra da presentare all'incasso dei Consigli regionali. E Farina di battaglie ne ha fatte. Con che spirito fa quella attuale? “Con rabbia. Ci hanno offesi. Io sono stato per sei anni attaccato ad una macchina ed anche adesso con un rene che fa le bizze debbo fare andata e ritorno da Matera. La Regione, secondo i nuovi parametri, mi darà un contributo mensile di 60 euro. E' una vergogna. Non li voglio! Se li tenesse”. Come finirà? “Finirà che perderemo perchè i miei amici dializzati non possono stare lontano dalla macchina pena la loro vita”. Infine, la confessione di una delusione: “Ero convinto che il consigliere regionale, Luigi Bradascio, molto impegnato nel sociale, avrebbe sostenuto le nostre ragioni. Invece, ha votato a favore del famigerato articolo 21 per disciplina di partito”.

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