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domenica 12 aprile 2015

INTIMIDAZIONE MAFIOSA AL SINDACO DI SCANZANO JONICO

LA MALA CI RIPROVA. METAPONTINO SOTTO ASSEDIO


TESTA DI AGNELLO MOZZATA. “AUGURI DI PASQUA”: UNA TESTA D'AGNELLO IN UNA BUSTA DI PLASTICA ATTACCATA AL CANCELLO DELLA PIZZERIA DI FAMIGLIA

IACOBELLIS: “LA BESTIA FERITA STA REAGENDO MA IO VADO AVANTI”

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 12.4.15

 

 SCANZANO JONICO - “La bestia ferita sta reagendo. Ma io non ho paura. Sono il sindaco di questa città da cui o andrà via la gente per bene o i delinquenti. Credo che loro stiano finendo tutti in galera”. Lo ha detto Salvatore Iacobellis, sindaco Pd del centro del Metapontino dove nell'ultimo decennio si sono verificati fatti col chiaro stampo della criminalità organizzata, dopo il macabro messaggio recapitatogli nella serata del venerdì santo. “Mi hanno fatto un piccolo regalo di Pasqua – ha detto il primo cittadino alla Gazzetta. Una testa di agnello in una busta di plastica attaccata al cancello della pizzeria di famiglia, in via Lido Torre, in cui io vado ogni sera. E' stata attaccata prima della chiusura, mezz'ora dopo la mezzanotte. Con la testa mozzata anche un biglietto, “Piccoli auguri di buona Pasqua”. Abbiamo subito chiamato i carabinieri. Che stanno indagando. E sono arrivati anche uomini specializzati nel settore”. Esigenze investigative hanno ritardato la diffusione della notizia. La risposta al perchè di un gesto simile, poi, non è difficile. Iacobellis è impegnato da anni nel contrasto all'infiltrazione della criminalità organizzata nel suo comune. Qualche mese dopo la sua prima elezione, il 16 maggio 2007, il primo “avviso”: due proiettili in un busta a lui indirizzata. Ed il 12 aprile 2099 la consegna del Premio Beneventano istituito da Libera Basilicata, Comune di Sasso di Castalda, Fondazione Mimmo Beneventano e Legambiente, per ricordare il medico, giornalista e amministratore locale ucciso dalla camorra. Premio assegnatogli dopo una sua intervista alla Gazzetta dal titolo: “La 'ndrangheta vuole le nostre aziende”. “Oggi – ha spiegato il nostro interlocutore – alla delinquenza locale si sta sferrando un colpo mortale. Oltre alla denuncia, le forze dell'ordine, in particolare i carabinieri della Compagnia di Policoro, stanno arrestando uno ad uno i malavitosi del posto. Al premio Beneventano ci tengo particolarmente. Già allora denunciavo come 'ndrangheta e Sacra corona unita cercavano intese con la mala locale. E le operazioni “Gentleman”, della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, e “Neve tarantina”, della Dda di Lecce, hanno dimostrato che sono stati i “nostri” a proporsi come intermediari. Insomma, per passare sulla 106 Jonica le organizzazione criminali delle regioni vicine dovevano pagare una sorta di dazio. I frutti, però, sono maturi per essere colti. E' una questione di sopravvivenza: o noi o loro. Credo che saranno loro ad andare in galera”. Paura? “Paura no, preoccupazione si. Da più parti mi chiedono cosa me lo faccia fare. Io sono il sindaco e vivo qui. E' facile parlare dei delinquenti della Sicilia o della Calabria. E' più difficile parlare di quello che ti sta al fianco, al bar. La mia famiglia è con me. Ed ai miei cittadini dico di denunciare, denunciare, denunciare. Sento il dovere di dare l'esempio”.


I PRECEDENTI. C'È UN FILO ROSSO DAL 2004 AD OGGI
 
Un filo rosso lega gli episodi criminosi consumatisi a Scanzano Jonico dal 2004 ai giorni nostri. Si tratta di decine di incendi dolosi notturni verificatisi con lo stesso modus operandi: fiamme accese in magazzini per la commercializzazione di ortofrutta e di altre attività imprenditoriali. Attacchi di cui non è stato individuato alcun colpevole. Ovviamente, eventi similari si sono verificati anche nei centri vicini. Qui, però, c'è stata la stragrande maggioranza. Le interpretazioni, mancando risultati operativi, sono state diversificate. Da una parte chi, come il sindaco Salvatore Iacobellis, l'associazione antimafia Libera, Altragricoltura ed altre associazioni, ha puntato il dito contro la delinquenza organizzata di Puglia e Calabria con addentellati locali. Altre centrali istituzionali, invece, hanno ritenuto trattarsi di attacchi frutto di delinquenza locale e slegati fra loro. Sino a due date importanti. Il 13 gennaio del 2014 scatta l'operazione “Neve tarantina”, della Dda di Lecce contro la Sacra corona unita con tre arresti a Scanzano Jonico. Il 16 febbraio e l'11 marzo scorso, ecco il primo ed il secondo atto della operazione “Gentleman” della Dda di Catanzaro contro la 'ndrangheta con tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di due persone di Policoro e di una di Scanzano Jonico. Per chiudere, la testa di agnello recapitata a Iacobellis, il 3 aprile scorso, e l'incendio doloso notturno, l'ultimo della serie, al disco pub Eva Kant, al lido Torre.



E NELL'ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE LA DURA DENUNCIA CONTRO I CLAN


L'ultimo consiglio comunale di Scanzano Jonico, riunitosi il 26 marzo scorso, fu unanime contro la criminalità. Furono votati due documenti. Il primo elaborato dalla conferenza dei capigruppo con cui fu chiesto di non lasciare a lungo il Comune l'unico della fascia jonica lucana privo di un presidio fisso delle forze dell'ordine. Per questo l'assise impegnò sindaco e Giunta “a predisporre ogni documento utile a completare con urgenza l’iter finalizzato all’istituzione di una caserma dei carabinieri”. L'assise, poi, fece proprio il documento presentato dal sindaco Salvatore Iacobellis (Pd). In esso si espresse “una forte posizione di sostegno alle inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Lecce (Neve tarantina, ndr) e di Catanzaro (Gentleman, ndr), che hanno coinvolto anche cittadini di Scanzano Jonico. Per troppi anni si è sottovalutato il ruolo che la delinquenza locale ha assunto nel Metapontino tanto da diventare propaggine delle mafie delle vicine Calabria e Puglia”.

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