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giovedì 2 aprile 2015

UNA CONDANNA RIDOTTA (100MILA EURO) PER CARMINE NIGRO

CORTE DEI CONTI. LA VICENDA RIGUARDA I FINANZIAMENTI CONCESSI ALLA SOCIETÀ MATERANA CERERE SRL PER LA REALIZZAZIONE DI UN MULINO E PASTIFICIO ED IL SUCCESSIVO FITTO ALLA TANDOI SRL

L'EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DOVRÀ PAGARE 100MILA EURO PER AVER “SVIATO” LE FINALITÀ DEL PROGETTO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 2.4.15

 

La Corte dei conti, Sezione prima centrale d'appello, ha accolto parzialmente l’appello di Carmine Nigro, politico di lungo corso di Basilicata, contro la sentenza della Sezione giurisdizionale della Basilicata n. 200 del 2009, confermando la decisione di primo grado ma riformulando la condanna da 400mila a 100mila euro da versare all'erario. La vicenda risale al periodo in cui Nigro era presidente della Provincia (2004 – 2009) con funzioni di “soggetto responsabile” del Patto territoriale di Matera. L'accusa nei suoi confronti “quella di aver concorso – si legge nel dispositivo - allo sviamento delle finalità del progetto finanziato dallo Stato alla Cerere srl per la realizzazione di un mulino con annesso pastificio”. I giudici di primo grado avevano ravvisato “la condotta colpevole dell'ex amministratore provinciale nell’aver autorizzato l’affitto dell’azienda della Cerere alla Fratelli Tandoi srl, di Corato (BA), nonostante fosse noto da un controllo dei carabinieri e da un’ispezione ministeriale che nel mulino venivano macinati grani non di pregio delle colline Materane e con destinazione di vendita a terzi piuttosto che in esclusiva all’annesso pastificio”. Nigro, però, aveva sostenuto di non essere incorso in nessuna violazione avendo disposto l’autorizzazione dell’affitto dopo l’istruttoria favorevole del soggetto istruttore, il Banco di Napoli (poi Sanpaolo Imi), convenzionato con il Ministero alle attività produttive per l’erogazione dei contributi. Inoltre, egli giudicò insussistente il danno erariale collegabile alla sua condotta poiché era stato sospeso ogni pagamento dopo l’ispezione ministeriale ed il contributo revocato. Da qui il primo rinvio dell'udienza d'appello per acquisire documenti dal Ministero sull'effettiva esecuzione, mediante restituzione dell'importo, della revoca del contributo a Cerere di 4.702.349,94 euro. Udienza rinviata una seconda volta dopo che Nigro aveva depositato una memoria con cui aveva segnalato “che il Ministero aveva comunicato l’avvio del procedimento di riesame in autotutela della revoca dei contributi e che lo stesso Ministero, l’8 febbraio 2013, aveva sospeso la cartella esattoriale notificata alla Tandoi per la restituzione delle somme ritenuti indebitamente percepite”. Ed anche la terza udienza fu aggiornata al 19 febbraio scorso in attesa di documenti. L'ex presidente della Provincia, a proposito, il 16 febbraio depositò altri atti tra cui il dispositivo della sentenza del Tribunale di Matera con cui egli era stato assolto in sede penale da ogni reato in merito alla vicenda “perché il fatto non sussiste”. Da qui la richiesta di nuovo aggiornamento al fine di acquisire le motivazioni di tale sentenza. Ma il collegio d'appello ha rigettato la richiesta ed ha proceduto alla discussione della causa al termine della quale la sentenza di condanna a pagare 100mila euro invece che 400mila. A parere dei giudici, infatti, “appare indubbio il comportamento gravemente colposo di Nigro, considerata la condotta ampiamente negligente rispetto ai compiti assegnatigli dalla disciplina su tali finanziamenti. È vero, però, che il quadro delineatosi evidenzia una situazione di responsabilità diffusa dove l’effetto di sviamento dagli obiettivi originari del finanziamento deriva da cause riconducibili alla condotta di diversi soggetti”. Da qui la riduzione della somma che Nigro dovrà versare all'erario.

LA SUA REAZIONE

FARÒ RICORSO, STO VALUTANDO COL LEGALE COME MUOVERMI”
“Farò ricorso per revocazione. Sto valutando la decisione col mio legale, Alfredo Contieri, pur trattandosi di una sentenza d'appello della Corte dei conti”. Non ci sta l'ex presidente della Provincia di Matera ed ex Consigliere ed assessore regionale, Carmine Nigro, oggi, a suo dire, “pensionato della politica”, a pagare 100mila euro all'erario per la vicenda Cerere e successivo fitto alla Tandoi. Il frutto della condanna nei suoi confronti della Sezione centrale d'appello della corte contabile che, tuttavia, ha ridotto l'importo di primo grado di 300mila euro. “Ma io – ha detto Nigro alla Gazzetta – sono stato assolto da ogni accusa sul caso in sede penale. Sentenza definitiva. Ed anche il Tar ed il Consiglio di Stato hanno ritenuto corretta l'azione della Provincia respingendo ogni ricorso. Su quattro sentenze, tre sono state a me favorevoli”. Ma ci sarebbe di più. Nigro: “Quando sono arrivato alla Provincia, nel 2004, il finanziamento alla Cerere era già stato erogato. Io bloccai il saldo al collaudo, 260mila euro. Ed avevamo chiesto l'ultimo rinvio perchè il Ministero alle attività produttive ha sospeso la revoca del finanziamento e della cartella esattoriale con la restituzione delle somme da parte di Tandoi. Se la società dovrà restituire i contributi allora non esisterà danno erariale. Se avrà ragione significa che le procedure sono state corrette. Insomma, pur se il procedimento principale non è stato chiuso io sono stato condannato. Da qui il ricorso per revocazione”.



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