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mercoledì 22 luglio 2015

DEPOSITO NUCLEARE. ANCHE MATERA TREMA, ARRIVANO LE SCORIE?

INDISCREZIONI SULLA MAPPA ISPRA. NOMI ANCORA TOP SECRET MA L'AREA MURGIANA POTREBBE ESSERCI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22.7.15

La mappa Sogin 2010 dei siti potenziamente idonei
 La Cnapi, acronimo che sta per Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, ad ospitare il Deposito unico delle scorie radioattive del Belpaese, è cosa fatta. E, sia pur top secret, essa è stata consegnata ai ministeri dell'Ambiente e dello sviluppo economico. La notizia, data ieri dalla Gazzetta tra i primi giornali del Paese, è stata diffusa nel tardo pomeriggio di lunedì dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ente sotto la vigilanza del Ministero dell'ambiente. E subito è cominciato il “toto sito” con gli scongiuri in moltissimi centri che si sentono “minacciati” dalla possibilità di avere il Parco tecnologico ed il cimitero atomico. Quali, ad esempio, in Basilicata potrebbero essere i siti potenzialmente idonei? Il nostro giornale il 24 settembre 2010 pubblicò i nomi di Matera, Montescaglioso, Montalbano Jonico, Banzi, Palazzo San Gervasio e Genzano di Lucania, come riferiti da una autorevole fonte istituzionale che volle mantenere l'anonimato. Allora si trattava di una mappa della Sogin spa, la stessa società di proprietà del ministero del Tesoro che ha redatto la Cnapi, coperta anch'essa da segreto. Si parlava, su scala nazionale, di 52 siti, oggi di circa 60. La Gazzetta riportò la notizia con il beneficio di inventario ma non fu smentita. E l'esistenza della mappa da 52 siti fu confermata dal sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia: “La lista stilata dalla Sogin rappresenta un ottimo lavoro che farà da base per la decisione del Governo che però non arriverà nei prossimi giorni”. Sono passati 5 anni. Ed è stata redatta una Guida tecnica da Ispra e Iaea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) con 15 criteri di esclusione per la scelta dei siti. Tra di essi, la distanza di 5 km dalla linea di costa. Che elimina dal “toto sito” Scanzano Jonico, scelto nel 2003 dal Governo Berlusconi. Altri criteri di esclusione: zone contraddistinte da fenomeni alluvionali; sismicità elevata, rischio e / o pericolosità geomorfologica e / o idraulica e le fasce fluviali; altitudine maggiore di 700 m sul livello del mare; versanti con pendenza media maggiore del 10%; aree naturali protette; adeguata distanza dai centri abitati; distanza inferiore a 1 km da autostrade e strade extraurbane principali e da linee ferroviarie; presenza nota di importanti risorse del sottosuolo; attività industriali a rischio di incidente rilevante, dighe e sbarramenti idraulici artificiali, aeroporti o poligoni di tiro militari operativi. Sono esclusi da questi criteri i sei centri indicati nel 2010 dalla Gazzetta? Non resta che attendere. Intanto, per lo meno ad Altamura e Matera, area murgiana, hanno già cominciato il “fuoco di sbarramento” preventivo contro una possibile indicazione della ubicazione del Deposito nazionale delle scorie d'Italia a pochi km dalla città dei Sassi, capitale europea della cultura 2019.


MODELLO FRANCESE O SVIZZERO PER IL DEPOSITO "MADE IN ITALY"?
 
Zwilag
Come saranno il Parco tecnologico con annesso Deposito delle scorie nucleari d'Italia? La Sogin ha dato una risposta, indiretta, facendo visitare ai giornalisti italiani il sito di Soulaneis, nel Nord Est della Francia, costruito nel 1992. “Allora – ha dichiarato il sindaco Philippe Dallemagne - eravamo contrari. Ma oggi abbiamo cambiato idea. E non solo perché non si è mai verificato un incidente o perchè non c’è stato nessun impatto sfavorevole sul territorio. E non solo perché ogni anno nelle casse del Comune, 340 abitanti, vengono versati un milione e 100mila euro. Il deposito ha creato occasioni di lavoro. La nostra agricoltura è più fiorente di prima. Sì, qui il deposito di rifiuti nucleari a bassa e media attività ha portato benefici. Ed è per questo che la nostra associazione di 21 Comuni sta concertando la realizzazione di un altro deposito di scorie”. Ne troverà la Sogin di sindaci ammaliati dall'affare in Italia? Nei giorni scorsi, invece, l'Ispra ha quasi “indicato” il suo modello di Deposito. Sul sito dell'ente c'è una notizia sull'incontro a Brugg in Svizzera della Commissione italo – svizzera per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare. “Un tema di particolare interesse – ha fatto sapere Ispra - è stato quello dei criteri di progetto di un deposito di stoccaggio dei rifiuti radioattivi ad alta attività, discusso anche nell’ambito di una visita al deposito svizzero di rifiuti radioattivi di Zwilag, analogo al deposito per lo stoccaggio temporaneo di lunga durata di rifiuti radioattivi ad alta attività che dovrà essere realizzato in Italia nel Deposito nazionale unitamente all’impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi a bassa e media attività”.

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