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sabato 10 giugno 2017

POLICORO. LA DENUNCIA DI ANTONIO GUIDA: “NON POSSO ENTRARE NEL MIO ULIVETO INVASO DAI CANI RANDAGI”

ANTONIO GUIDA ED UNO DEI SUOI ULIVI SECOLARI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 10.6.17

POLICORO - “Non posso entrare nel mio uliveto, a 500 metri dall'abitato del secondo piano di zona, perchè è invaso dai randagi. Potete sollevare questo grave problema?” Così, Antonio Guida, proprietario di 2500 mq con bellissimi ulivi secolari, ha telefonato al nostro giornale. Siamo andati a verificare. “Per noi – ha spiegato il nostro lettore – gli ulivi sono sacri. Così, io li tratto benissimo. Anzi, tanti turisti che porto qui si fanno i selfie con le mie piante”. Già, ma il problema qual'è? “Quando vengo qui, tranne oggi, debbo scacciare 5-6 grossi cani dal fondo prima di mettermi a lavorare. Alcune settimana fa mi hanno messo paura. Ho chiamato i vigili urbani. Che mi hanno detto di rivolgermi all'accalappiacani. Il ragazzo è venuto e mi ha detto che conosceva gli animali che, come dire, erano randagi... padronali. Nel senso che qualcuno gli dà da mangiare”. Allora? “Allora ha detto che gli avrebbe dato da mangiare anche lui da qualche altra parte così sarebbero andati via. E così è stato”. Un accalappiacani che dà da mangiare ai cani non si è mai visto da nessuna parte. Non poteva accalappiarli e portare al canile comunale? “No, perchè in quei giorni il canile era strapieno. Vede la questione randagismo qui è seria. Come si fa a fare turismo con gli “amici dell'uomo” abbandonati dappertutto? Ed al canile lavorano bene. Tanto che hanno dato in affido in un anno in tutta Italia ben 500 animali”. Insomma, è proprio il caso di dire che “il cane si morde la coda”. Ma signor Guida perchè non adotta anche lei il metodo dell'accalappiacani? Prima di venire nell'uliveto passi da un macellaio per farsi avere un po' di ossa. E le dia ai suoi “ospiti” da qualche parte distante dalle sue bellissime piante. “Sì, ha ragione – ha concordato Guida. Farò proprio così”.

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